Nuovi tour a Torino per gli ospiti di Costa Crociere.

Ogni sabato i passeggeri di Costa Diadema, che faranno scalo a Savona nel corso delle crociere di una settimana nel Mediterraneo, potranno raggiungere Torino e visitare in giornata quattro attrazioni della città a loro scelta: Museo Egizio, Museo Nazionale del Cinema, Reggia di Venaria Reale o J-Museum.

I tour, presentati stamane (nelle foto di Tommaso Chiarella) da Costa Crociere e dalla Città di Torino (presente l'assessore al commercio e turismo Alberto Sacco), proseguiranno nel centro storico con tempo libero per lo shopping o una pausa nei caffè e nei ristoranti torinesi.

L'iniziativa, realizzata attraverso la collaborazione operativa di Turismo Torino e Provincia, inizia sabato prossimo, 10 giugno e durerà per tutto il 2017. L'escursione sotto la Mole è inserita nel Costa Club Magazine (tiratura 200 mila copie in Italia e altre 50 mila nel mondo). La compagnia mette inoltre a disposizione tutti gli altri canali di comunicazione per promuovere la destinazione.

Costa Diadema  è stata inaugurata a fine 2014 ed è la più grande nave da crociera che batte bandiera italiana. Nello scalo di Savona sbarcheranno ogni settimana 4 mila passeggeri per le escursioni a terra e fra queste  verrà proposta Torino.

Sulla nave, ambasciatrice delle eccellenze italiane in termini di stile, intrattenimento, gastronomia e ospitalità, propone nei ristoranti di bordo, menù regionali italiani. Attraverso ad una c, a bordo di Costa Diadema si può gustare il sapore genuino della pizza preparata esclusivamente con lievito madre, disponibile nelle nuove pizzerie  con il marchio "Pummid'oro".

Altra eccellenza italiana piemontese (o meglio cuneese) a bordo, sono gli squisiti gelati italiani di Agrimontana, azienda di Borgo San Dalmazzo (Cuneo), passato nel Gruppo Illy, che si possono gustare non solo nella "Gelateria Amarillo", ma anche nelle diverse zone della nave sino a bordo piscina.

"Siamo orgogliosi di proporre la visita di Torino - conferma Giuseppe Carino, VP Guest Experience and OnBoard Sales di Costa Crciere, nel proporre l'intesa sottoscritta - Questi nuovi tour sono stati pensati per soddisfare interessi diversi in un'unica esperienza  in modo da attrarre il maggior numero di persone e rappresentano un'ottima opportunità di promozione turistica per Torino".

a. fu.

Gli inglesi hanno scelto. Con referendum nel quale ha prevalso lo yes per l’uscita dall’Unione Europea, circa un milione di voti in più campeggia le notizie, i commenti di una giornata comunque storica per l’Europa.

Dopo tanti anni di richieste di adesione (28 Paesi con altri due-tre in rampa di lancio per l’ingresso), l’insoddisfazione per il funzionamento della “macchina europea” avvolta da una burocrazia imperante  e da tante disfunzioni congenite, hanno portato a questa decisione del popolo inglese che non solo fa riflettere ma mette in discussione certezze che parevano inossidabili.

Cosa accadrà ora  è difficile prospettarlo le strade da percorrere sono diverse per evitare che il sogno europeo diventi un incubo per l’economia e la politica comunitaria. Di ogni esperienza si deve assorbire il meglio.

E’ vero, dopo il risultato storico e certamente atteso (chi sperava nella vittoria del No probabilmente mentiva a se stesso), si sono subito levate le richieste di altri Paesi per indire un referendum simile (l’Olanda ha espresso questa volontà). Un fatto simile potrebbe portare in un’analisi approfondita il nucleo forte dei Paesi Europei che sbocchi in una gestione di politica economica più collegiale evitando distinzioni fra Paesi di serie A o B per il bene del vecchio continente. Stop alla politica germanocentrica ma equa distribuzione di potere ma pure di solidarietà. Perché è evidente il Paese che stato l’unico ad essere solidale giocoforza è stata l’Italia lasciata nel proprio brodo ella gestione dei flussi migratori. La Brexit sollecita un diverso ruolo delle componenti continentali se si crede ancora in un futuro di Unione Europea.

Il referendum inglese  metterà la Gran Bretagna fuori dalla Ue. Si tratta di un avvenimento che non è esagerato definire storico e all’origine di una svolta politica ed economica per tutto il Vecchio Continente e non solo”.

Quali le conseguenze?  “In questi giorni si moltiplicheranno i commenti a caldo e già si sentono affiorare i primi toni apocalittici come se la storia stesse finendo. Invece, è possibile che per l’Unione Europea la storia si stia finalmente rimettendo in moto e vengano periodi ricchi di stimoli e di approfondimenti. Insomma Brexit ha vinto, ma l’Europa non ha perso".

Il ruolo della nostra Associazione, diventa ancora più importante in questo momento storico. L’obbiettivo dichiarato sarà ancora di più raccontare e valorizzare i land europei per farli conoscere e mettere in mostra le eccellenze dei territori che identificano e qualificano la storia millenaria del Vecchio Continente. Un impegno forte ma nel quale crediamo perché solo con popoli diversi per tradizioni e ma convinti che insieme si può crescere nel mondo globale è la sfida per tutti sul nostro futuro di cittadini europei.

Ryanair e easyJet vogliono restare nel Cielo Unico (by: Silvana Piana)

Le low cost britanniche non vogliono cambiare rotta. Hanno insegnato a viaggiare agli europei, e gli europei hanno gonfiato i loro bilanci. Un reciproco interesse, sì, ma che ha fatto crescere il Vecchio Continente, che lo ha sbrigliato e che ha anche costretto i grandi vettori tradizionali ad abbassare le tariffe. Le conquiste di mercato del trasporto aereo ‘no frills’ sono infinite, e il tutto grazie all’opportunità di poter operare nel Cielo Unico.
Ora, per i giganti del low cost basati in Gran Bretagna potrebbe iniziare un’era del tutto di-versa rispetto all’Ue. All’indomani del referendum che ha decretato il ‘leave’, Ryanair e easyJet, che in Italia vantano un traffico da capogiro, hanno subito preso posizione e cercato di rassicurare il mercato.

Dal canto suo, l’inglese easyJet, che si era già preparata a questa eventualità, è certa che resteranno invariate le proprie strategia di sviluppo e capacità di sostenere la crescita degli utili a lungo termine e dei rendimenti per gli azionisti. “Rimaniamo fiduciosi nella forza del nostro modello di business - ha, infatti, affermato Carolyn McCall, ceo di easyJet -. Stiamo facendo pressione sul Governo britannico e sull'Unione europea per garantire la continuazione di un mercato dell'aviazione pienamente liberale e deregolamentato nel Regno Unito e in Europa”. Dichiarazioni alle quali fa seguito, però, poco dopo, una decisione drastica: “Come parte della pianificazione di emergenza di easyJet prima del referendum - spiega una nota della compagnia - abbiamo avuto discussioni informali con un certo numero di autorità aeronautiche europee per l'istituzione di un Coa (certificato di operatore aereo) in un Paese dell’Ue, per consentire a easyJet di continuare a volare in tutta Europa come fatto sinora”.

Anche in casa Ryanair, intanto, si pensa all’immediato futuro e a nuove strategie. Il numero uno della compagnia area a basso costo di matrice irlandese, ma di base a Londra, è noto per le sue provocazioni e per la sua originalità. Michael O’Leary, tra i più accesi stakeholder a favore dell’adesione all’Ue, aveva lanciato un chiaro avvertimento, facendo sapere che avrebbe tagliato gli investimenti in Gran Bretagna se si fosse votato per lasciare l’Europa. E per dare forza alla sua convinzione, aveva già preparato una superofferta celebrativa: voli a 9,99 sterline per celebrare la vittoria del ‘remain’… Una promessa senza seguito, per ovvi motivi, ma il ceo di Ryanair non è uomo da arrendersi facilmente. Il suo vettore trasporta oltre 100 milioni di passeggeri l’anno, con le rotte sulla Gran Bretagna che, da sole, rappresentano 40 milioni sul totale viaggiatori. Uno zoccolo duro che serve ad attutire il brutto colpo incassato l’indomani dell’uscita dall’Ue, come il crollo del 23 per cento delle azioni della compagnia. Il futuro non è roseo, eppure il ceo O’Leary conferma che gli obiettivi di crescita complessiva della compagnia aerea sono rimasti invariati. “Ci aspettiamo tre o quattro mesi di notevole incertezza - ha dichiarato ai media britannici -, ma prevedo un impatto limitato sulle prenotazioni a breve termine da e verso la Gran Bretagna”.