“Torno a sottolineare l’importanza di offrire a migranti e rifugiati una prima sistemazione adeguata e decorosa.

I programmi di accoglienza diffusa, già avviati in diverse località, sembrano  facilitare l’incontro personale, permettere una migliore qualità dei servizi e offrire maggiori garanzie di successo”. Questo l’invito di Papa Francesco nella giornata mondiale dei migranti e rifugiati che ha visto, domenica 14 gennaio, in San Pietro la solennità di un soccorso cristiano in grado di generare umanità non disperate ma integrate.

Ma alla attenzione dei colleghi giornalisti e lettori desideriamo portare anche l’esperienza di due amici alessandrini:

Gianfranco Ludovici Sindaco di Basaluzzo ed Eleonora Norbiato presidente della Pro Loco (anche segretario nazionale UNPLI).

E’ un esempio quello di Basaluzzo che sintetizza la sensibilità di tanti paesini e borghi subalpini, della pianura del Po e del Monferrato.

Nell’ambito del Sistema di Accoglienza Straordinaria di Richiedenti Asilo e Protezione Umanitaria facente capo alla Prefettura di Alessandria, la Pro Loco di Basaluzzo (AL) (con la Cooperativa Educamondo)  migliora l’integrazione nel contesto sociale cittadino di una ventina di giovani adulti extracomunitari. Li abbiamo osservati servire ai tavoli delle sagre, passare i decespugliatori nelle aiole, spazzare i padiglioni delle fiere estive cioè essere attivi, compresa qualche partita di calcio, in ore di volontariato utili al paese.

E’ previsto anche un corso formazione sicurezza , presso la sede della Pro Loco al Mulino,  per mediare il processo del loro inserimento nelle attività della PROLOCO già programmate.

“Prima cosa ci siamo resi utili e curiosi di imparare l’italiano” ci hanno detto sul finir dello scorso 2017, quando li abbiamo rivisti al concerto di Tullio De Piscopo a Novi Ligure. “Poi ci piace lavorare e farci conoscere per superare diffidenza.Noi abbiamo fatto lunghi viaggi, siamo sopravissuti e domani ci piace tornare al nostro paese e far crescere nuova società”. Questo è in realtà il pensiero dei “bravi ragazzi “ , così le signore della Pro Loco li chiamano curandoli con attenzioni materne, e quando li si fa raccontare il dopo- “viaggio  infernale”, non riproponibile e ben oltre le immagini di cronaca, spiegano di un piede in  “purgatorio” e l’altro già nella nuova vita.

 

Efrem Bovo