La questione del Sahara Occidentale sarà al centro di dibattiti all’ONU per una soluzione che non si trova da oltre 40 anni. Il Marocco, infatti rivendica quel territorio sin dalla sua indipendenza nel 1956.

La Corte internazionale di giustizia espresse il suo parere riconoscendo che il territorio del Sahara occidentale non era “terra nullius” prima della colonizzazione dalla Spagna e che aveva legami legali di fedeltà con il Marocco.

L’opinione pubblica venne conquistata dall’azione del Re Hassan II con la Green March del 1975 che organizzò la presenza di 350 mila volontari disarmati, che con il Corano e la Bandiera entrarono nel Sahara Occidentale raggiungendo così gli “obiettivi politici e simbolici”. Dopo la marcia verde lanciata dalla tarda maestà HASSAN II con il motto: "possa Dio avere la sua anima".

Oggi il Marocco continua la sua marcia sotto la guida illuminata e lungimirante di Sua Maestà il Re Mohammed VI per difendere i valori sacri della Nazione, la sua integrità civile e territoriale e per costruire un modello di pace del Marocco di sviluppo e democrazia.

A questo proposito, le organizzazioni non governative (Rifaines, Amazighs e soprattutto Hassani Sahara) si sono mobilitate per una visita dei luoghi attraverso una marcia bianca. Una visita simbolica nella regione di M'Hamid Ghizlane avvenuta nei giorni 23 - 24 e il 25 febbraio 2018 segno di adesione di un popolo attorno al suo Re.e alla Madre Patria.

Per favorire l'integrità territoriale del Marocco, in una continuazione logica della strategia degli Stati liberazione dal colonialismo nelle province del sud, la dr.ssa Latifa Merzak , Presidente CEEDD, ha fatto visita alle tribù saharawi, favorendo così il dialogo interculturale per la pace e stabilità di cui il mondo ha tanto bisogno.