L’unità europea non si può concretizzare con il mercato dei pomodori o con l’equilibrio dell’import-export dei vini. Pur essendo questioni comunque importanti, le nazioni ed i popoli europei devono andare alle radici della loro civiltà per trovare solidità e vitalità. Per ricomporre in modo nuovo ed utile il vecchio continente non si può prescindere dalla comuni radici cristiane.

Il periodo che va dal IV al XIV secolo fu decisivo per la formazione dell’Europa e del suo ethos. Le più profonde ed intime convinzioni ed emozioni, quelle appunto che costituiscono l’ethos si esprimo nella cultura e nella religione.

Nell’Europa delle guerre e della caduta dell’Impero Romano i punti di riferimento per gli uomini terrorizzati dalle invasioni barbariche erano i monasteri, veri centri culturali.

L’unità europea si è spaccata la dove sono prevalsi i criteri politici rispetto alla realtà spirituale e culturale, esattamente il contrario di quello che vogliono farci credere oggi. Lungo i secoli lo scambio delle diversità ha fatto capire il valore della cultura locale e gli itinerari dei grandi santi lo hanno testimoniato.

Chiudiamo con una forte affermazione di San Giovanni Paolo II, che Papa nel 1984 disse:

“L’unità dei cristiani è profondamente connessa all’unificazione del continente. Questa è la nostra vocazione ed il nostro compito storico presente.”

Promuoviamo ambiti culturali on line ed off line per creare una mentalità di solidarietà europea.