“Il Santo è un uomo vero perché aderisce a Dio e quindi all'ideale per cui è stato costruito il suo cuore, di cui è costituito il suo destino.“

Così spiegava Mons. Luigi Giussani la chiamata di ogni persona all’abbraccio con Cristo senza remore o come diceva Papa Wojtyla: “Non abbiate paura, aprite, anzi spalancate le porte a Cristo!”
Ed oggi in edicola con il Corriere della Sera il libro “Giovanni Paolo II, memoria e identità,” è proprio per ricordare la nascita di un uomo che ha condotto la Chiesa, come successore di Pietro, per 27 anni. Da giovane cardinale eletto Vescovo di Roma (58 anni) sino agli anni della malattia che lo ha portato via nell’aprile del 2005, Giovanni Paolo II è stato un uomo che è passato attraverso il nazismo e il comunismo con i loro olocausti e stermini di massa, un uomo che ha desiderato che si inserisse nella carta dell’Europa quella traccia di identità “giudaico-cristiana” come forte richiamo ad una eredità spirituale profonda.

A noi piace qui riportare un passaggio del testo edito Rizzoli nel capitolo Nazione e Cultura.

“Qual è il ruolo della cultura nella vita ?”chiede papa Wojtiyla e risponde : “ La cultura è il mezzo per cui l’uomo diventa più uomo. La nazione esiste mediante la cultura e per la cultura. La nazione è questa comunità la cui storia oltrepassa quella del singolo individuo e della singola famiglia. Questa cultura si è rivelata, all’occorrenza, d’una potenza più grande di tutte le altre forze.”

Siamo grati alla Chiesa di averci fatto accompagnare da una persona così carismatica e di ricordarne il fatto che a Wadowice, in Polonia, il 18 maggio 1920 nasceva un bimbo, poi studente e operaio, quindi diacono e sacerdote che ha tracciato la strada del pluralismo delle culture nazionali nell’unità dei valori fondanti e soprattutto un uomo che quando ci parlava e ci parla fa “ardere il cuore in petto”.

(di E.B.)