Mamma di Torino e papà di Acqui Terme, in Asti un anno come liceale, ed lunedì  31 luglio 2017 in Municipio dal neo Sindaco, Maurizio Rasero per ricevere il Sigillo della città.

Non ho parole” commosso George Lombardi, che di parole non si risparmia, ringrazia. E’ in Piemonte per incontrare la Zia e gli amici di gioventù “con loro andavamo con una 600 Fiat a fare testa-coda in piazza del Palio d’inverno con la neve” e si sente nuovamente a casa in quel Monferrato che lo ha accolto con grandi onori.

L'ambientazione collinare, semplice ma orgogliosa fa il pari con il ricordo di quel “Calimero” (casualmente il 31 luglio ne ricorre proprio il santo) che George Lombardi racconta di quell’epoca da studente in Asti. Quel pulcino nero si staglia nei suoi ricordi italiani insieme ai giovani dell’epoca che si dividevano tra quelli per i Beatles e quelli per i Rolling Stones. E poi i racconti della nostra nebbia: “ era così fitta ma così spessa, adesso un po’ meno, che uno di noi scendeva dall’auto e a piedi camminava e la macchina lo seguiva.

Oggi invece Lombardi ci racconta di come l’America si è divisa tra "quelli per Donald Trump e quelli per Hillary Clinton".

E forse quel “brutto anatroccolo” Calimero ha così affascinato George che ha saputo andare contro tutta l’opinione degli intellettuali di sinistra che non sempre sono perchè la verità trionfi, nonostante la buona fede ed onestà intellettuale, tanto che tutti i sondaggi pre-elettorali hanno cannato il responso delle urne.

A riscattarlo è stato il successo inaspettato del voto dei “blu collar” cioè del popolo che raggiunto con i social ha fatto massa critica e ha scelto Trump come Presidente degli Stati Uniti d’America e aprendo di fatto tutta un nuovo modo di fare campagna elettorale e mobile journalism.

Forse alla fine si scoprirà anche in Italia che quel Trump non è così come venne dipinto dalle firme di molti media ? Chi può dirlo !

Intanto George Lombardi, che fino a qualche mese fa non lo conosceva nessuno, in questa calda estate accompagnato dal Presidente Quaglia e Cervati degli "Italiani nel Mondo", non si tira indietro, non si fa rincrescere incontri e colloqui come quello con Ezio Ercole – Vice Presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Piemonte e colleghi che incuriositi fanno domande e George risponde con il telefonino alla mano per dimostrare immediatamente quanto afferma : “ Ho più di 500 gruppi social che ci seguono. Abbiamo targhettizzato in modo verticale e orizzontale e incrociato i followers andando dai cristiani per Trump ai motociclisti per Trump, dai notai agli operai. Tanti …alcuni milioni.”

A New York, Lombardi occupa un piano della famigerata Trump Tower, tornato ad Asti è andato a cena a Cisterna e poi, dopo una sosta dalla zia, in quel di Trieste per nuovi incontri, nuove parole e tanti followers….forse insospettati ma anche dall’Italia.

(di Efrem Bovo)

Dall’intervista di Matteo Matruzzi pubblicata su www.ilfoglio.it del 4 agosto u.s. rileviamo due passaggi importanti per la nostra attività di comunicatori europei che riproponiamo per  un lavoro ed un confronto nei  prossimi mesi. (Efrem Bovo)

Dati CLIA Crociere Mercato Europeo“Sono convinto – dice Scola – che è importante riprendere, anche descrittivamente, tutte – è in questo senso è necessario non escludere nessuna – le radici dell’Europa. Però, poi, partendo dalle esigenze concrete del presente bisogna guardare al futuro. E’ chiaro che il cristianesimo è stata la radice portante dell’Europa. Ma vi sono anche le radici anteriori: Roma ha assunto la Grecia, Gerusalemme. Ci sono le varie realtà germaniche, galliche e pre-celtiche. E, a posteriori, quelle della modernità e dell’illuminismo, senza escludere la cosiddetta matrice socialista. Questo è certo e rimane. Oggi il cristianesimo si gioca dentro una realtà interculturale e interreligiosa, e quindi deve essere un co-agonista, che in Europa può anche essere il protagonista del lavoro che tutte le religioni e tutte le mondovisioni sono chiamate a fare”.

“Nella mia venticinquennale esperienza di vescovo noto che il nostro popolo mantiene un sensus fidei che definirei quasi naturale. Quando vado in visita pastorale, sono solito tenere un’assemblea pubblica dove la gente fa sempre domande sostanziali: affetti, amore, giovani, lavoro, giustizia, morte, aldilà… Manca ciò che con grande genio profetico aveva intuito Paolo VI (allora solo mons. Montini) già nel 1934, quando disse che la ‘cultura italiana ha già messo da parte Gesù Cristo’, facendo vedere ciò che sarebbe successo, cioè che questa posizione presto o tardi – soprattutto attraverso i mass media – avrebbe intaccato il popolo.
E’ necessario un ritorno alla semplicità. C‘è un bellissimo libro di Balthasar, La semplicità del cristiano, che dovremmo riscoprire. Il nostro tempo ha bisogno di santi semplici, perché siamo troppo complicati, e lo dico pensando a me”.